Poco fuori da Siracusa scorre un piccolo nobilissimo fiume, il Ciane.
Ciane viene da cyanos, azzurro, ma anche da Cyane, la mitica ninfa che amò Anapo (altro fiume che scorre parallelamente al Ciane). Lungo il fiume e specialmente verso la sua fonte si trova la pianta del papiro, unico rimasto in Europa assieme a quello di Fiumefreddo, vicino Taormina.
Sulle sponde del Ciane il papiro cresce come sulle rive del Nilo, anche se oggi un po’ meno a causa dell’aumentato tasso di salinità. Comunque nella parte più alta del fiume ci si trova in una vera e propria selva . Lo spettacolo dentro l’acqua è straordinario e per strani giochi di luce, l’acqua limpida sembra essere illuminata dal fondo, mentre i papiri che vi si specchiano creano fascinosi ricami.
Dalla parte inferiore del gambo, quella che rimane immersa nell’acqua, l’antico Egitto ricavava la carta. A Siracusa quindi nel settecento si scopri il segreto della antica produzione della carta. Le sorelle Naro sono state per molto tempo le uniche artigiane senza ammettere che estranei possano entrare nel laboratorio.
Raccolgono la parte inferiore del gambo del papiro macerata dall’acqua e piena di una sostanza bianca e spugnosa. Viene poi tagliata in piccole lamine e disposte come le fibre di una tela, torchiata ed essiccata dando alla fine la celebre carta color avorio, simile appunto ad una stoffa.
Purtroppo le sorelle Naro non ci sono più, sostituite dall’Istituto Nazionale del Papiro e da altri artigiani, mentre questa preziosa pianta sembra farsi più rara a causa di una eccessiva salinità del fiume.